Quante sono le leggi italiane? E’ il caso di Pulizia…?
Grazie alla formazione del nuovo Governo, si torna a parlare dell’esosa quantità di leggi che vanno a comporre il nostro ordinamento. «Sono 187mila quelle emanate dalla nascita dello Stato unitario a oggi» fa sapere il ministero dei Rapporti con il Parlamento, la sede da cui il ministro Fraccaro ha annunciato l’intenzione di dare il via a una nuova operazione di semplificazione. 400 provvedimenti, a quanto dichiarato, verranno presto eliminati. Ma quanti provvedimenti meriterebbero un simile taglio?
«Gli atti normativi in vigore sono circa 111mila», dichiara il Poligrafico di Stato. Si tratta, però, solo di quanto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, quindi materiale che ha sola valenza nazionale. Nel conto, per dirne una, manca la legislazione regionale.
Un buon modo per rendersi conto della quantità di materiale presente è consultare la banca dati Normattiva, gestita dal Poligrafico. L’archivio, però, va a ritroso fin solo al 1916, tralasciando ancora la quantità di regi decreti nati a partire dal 1861.
Ancora presenti, poi, 21 atti firmati da Mussolini. Niente di scandaloso, verrebbe da dire, se non fosse che alcuni sono ancora pienamente attivi o solo in attesa di essere cancellati. Qualche esempio: a) disciplina per produrre i rigenerati di cuoio (giugno 1943), b) accordo per produzione, collocamento e vendita del baco da seta (1943), 3) accordo economico per la coltivazione e compravendita del pomodoro (settembre 1940).
Un dettaglio sui numeri e su come la specifica tipologia vada a influire sul numero finale, ci viene offerto proprio da Normativa:
- 46mila decreti del presidente della Repubblica;
- 13mila leggi;
- 7.736 regi decreti;
- 2.042 decreti legislativi;
- circa 2mila decreti.
Questi numeri valgono per la legislazione nel periodo 1932-2016. Ai circa 76mila atti considerati finora, vanno quindi aggiunti i 70 anni precedenti e il biennio 2016-2018. Statisticamente parlando, si arriva a un totale di 111mila. Una cifra non esatta, è bene precisarlo, ma che fornisce un’idea a proposito della quantità di materiale.
Numeri che sembrano essere esorbitanti, che tuttavia non sono i peggiori d’Europa. La Germania, infatti, legifera molto più di noi; negli ultimi vent’anni, si parla di 2.650 leggi contro le nostre 2.171. La situazione, però, rimane molto più ordinata: il loro utilizzo dei codici è tale da riuscire a incasellare perfettamente ogni intervento normativo; un metodo che avremmo dovuto utilizzare anche noi a partire dalle precedenti operazioni taglia-leggi, ma che non ha mai preso piede.
E meno male che l’ex ministro per la Semplificazione normativa Calderoli aveva dichiarato di essere riuscito a tagliare 375mila leggi inutili, celebrando il gesto dando fuoco a un muro di carte. Probabilmente, si può supporre che nella lista fossero comprese una moltitudine di leggi regionali. Si può supporre, certo, perché all’epoca il ministero non aveva fornito dati utili per accertare l’effettiva efficacia dell’iniziativa.
Speriamo solo che l’operazione prevista dal neo ministro Fraccaro si riveli più utile di quello che, ancora oggi, rimane solo un enorme e grottesco spreco di carta.