Il grande enigma energetico – MAI RISOLTO

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Il grande enigma energetico – MAI RISOLTO

E’ davvero strano come in questi 50 anni di politica italiana, si riducano sempre allo stesso momento, tutti parlano di soluzioni e innovazioni, sempre dopo la loro deflagrazione. Adesso inagiunta l’inflazione, dovuta anche alle esoteriche attivita economiche, che hai me non sono semplici da spiegare, ne ultimo a caso è quello del caro bollette, una espressione che banalizza il problema enorme del Paese.

Ci sarebbero state varie occasioni per rendere il nostro paese autosufficiente, incluso due referendum che bloccarono il nucleare ed il no del Governo Conte 1 alle ricerche del gas nel Mare Adriatico.

E’ bene si, mi sembra di fare del sarcasmo, ma non sono sempre gli stessi che occupavano le poltrone di ogni ministero ecc.. fino a poco fa?

Ci ritroviamo oggi alle prese con un problema identico: il Paese ha bisogno di energia, dipendente assoluto da fonti di approvvigionamento estere, provenienti da aree particolarmente instabili e da Stati propensi ad usare il rubinetto energetico come arma geopolitica. Non vedo nemmeno molta differenza con lo shock petrolifero degli anni 70.

Cosa si propone come soluzione transitoria? uno scostamento di bilancio di 30 miliardi per calmierare i prezzi delle bollette. Resta chiaro che questa non è la soluzione, dobbiamo diventare autosufficienti, dovremmo imparare a fare azienda, ricordiamo hai nostri lettori che lo stato è un azienda pubblica e deve fare l’interesse del popolo.

I governi di questi decenni ad oggi non mi sembra che l’abbiano fatto. Ma ciò non toglie che c’è una grossa dose di irresponsabilità in chi, al Governo, avanza senza progettazione, continuando a illudere i cittadini che lo Stato possa sobbarcarsi anche il caro energia oltre a ( RdC, Quota 100-102, i bonus di 80 -100 euro, il 110%, i monopattini, i terrazzi, le televisioni, ecc.). Dobbiamo vietare altro debito che ci porterà al collasso. Ma temo che analogamente all’inflazione e all’energia, si occuperanno del debito pubblico solo quando deflagrerà il default.

La pena che i buoni devono scontare per l’indiferenza alla cosa pubblica è quella di essere governati da uomini malvagi.
Platone

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